Nunzio Tria

Nunzio Tria
Io Contro

Io Contro - Nunzio Tria




Io Contro di Nunzio Tria
Edito dall'Amministrazione Comunale di Laterza 1994
Prefazione di Barbara Lomagistro
In copertina un disegno di Francesco Romano



Considerazioni finali
La cattiveria più grande, che si possa fare a se stessi, dopo il raggiungimento dello squallore totale –senza aver compiuto il benché minimo sforzo- è l’assoluta presunzione che il morirsi dentro sia dovuto al cattivo funzionamento del processo di reincarnazione… ed aspettare una prossima vita.
L’alternativa è…piangere! Di un pianto convenzionale, tra lucidità e pazzia reali, con la rassegnazione che, al teatro della propria esistenza, altro non si può essere che spettatori per sempre… O no?
nt.


___



D’altronde, l’universo
da infinito
non è che un insieme
di sublimi imperfezioni
sconosciute
ancorché strane


___



Credi d’ essere vivo
solo perché possiedi
un’ombra?


___



L’ostinazione a diventare
un ciclista subacqueo
o l’oggetto dei pensieri erotici
di un’anitra all’arancia,
non aiuta la ricerca
del dritto della medaglia;
ammesso che ciò sia
davvero il rovescio.

Scritto di botto



___



L’unico nemico dell’uomo è
la sua stessa ignoranza


___




Pensierini


Un sorriso nel non convenzionale, tra pazzia e lucidità presunte, per non ammettere di essere spettatore al teatro della propria esistenza.

Amo la mostruosa genialità di Leonardo
l’incredibile potenza di Ghandi
l’influenza malefica, eppur lussuriosa di Circe
l’astuzia degli scrittori della Bibbia e…
il cigolìo del letto di Minnie, durante
le assenze di Topolino.

Non sopporto chi odia il blues
i vice, gli auguri di Pasqua
i tuttologi e…
l’idea di essere soffocato
da due grandi tette
in una stanza d’albergo
a Shangai.
… E perché no? Andarsene venendo!

Amo amarti senza ritegno e poi
chiedere asilo politico allo stato d’Inibitoria
e illudermi d’essere il migliore.

Amo Socrate e tutti i bambini
che somigliano ai miei Figli
e poi, tutti gli altri…
E quell’umido locale dove
ragazzo, al buio, facevo andare
The dark side of the moon
… C’est la vie.

Vorrei provare a vincere la mia timidezza
mostrando il culo ai monaci tibetani e…
raccontare a tutti delle tante che
han fatto di tutto, e tu gliel’hai fatta.

Amo i delfini, le aquile, i tramonti dietro
la collina, e semmai andrò Oltre;
il vagare sotto la pioggia
le adolescenti in masturbazione e
veder derisa la Signora delle tenebre
dai fratelli Lumiere.

Non sopporto la domenica pomeriggio
e chi sostiene che l’autore del Kamasutra
sia Platone…
e poi: l’indisponenza, il turlupinio
Giuseppe il falegname, il cattivo gusto e
… gli assertori del socialismo reale.

E’ sconsigliabile clonare l’impossibile.

Amo i cuori spezzati d’Amazzonia
la mia Donna, il cielo di maggio e
… andare in escursione, a cavallo
nel triangolo delle bermuda, con
una violoncellista sovietica incinta.
Non sopporto il confronto
gli istituti di credito, le preghiere
il filo spinato, il non potere
l’odore delle puttane, la fatebenefratelli & co.
i critici d’arte, il bassotubista della banda del paese e i punk
… e chi, schizza sperma sui pianoforti
della contea di Windsor.

Sodomizzare il futuro?… Si può!

Amo resistere alla seduzione del nozionismo
il brodo di giuggiole;
collezionare ombelichi di deltaplani
respiri di anfore etrusche
stringhe da scarpe delle sirene e…
Insoluti.

Amo rovistare tra i tuoi reconditi Segreti
per poi disperarmi nel reparto di ginecologia felina del monoclinico di Budapest.

Non è impossibile arrestare il suocero della luna.

Amo far la fila, per comprare del ghiaccio
in svendita, al supermercato di Porci con le ali e… far credere di essere il risultato dell’unione felice tra un domatore di lavastoviglie
e l’ape regina.
Non sopporto l’oro nero nel mare
il tutto per tutto in nome dell’Islam e…
l’essere mordicchiato al lobo dell’orecchio sinistro, da una danzatrice di mambo di Istambul, durante un comizio di quartiere.

Eleganza mentale è… ibernare il passato.

Oh, sottile perversione, come vorrei
vagabondare nei tuoi meandri…
Ruberei la vagina della statua della libertà
per donarla al folle di Babilonia
Coprirei il Buco del mondo
con le mutande della Maddalena e…
farei continue abluzioni nella sudorazione pubica della donna cannone…
e poi piangerei, per chi non ha il coraggio di Godere e per chi simula –soffrendo- per far piacere.

Perché, mia Madre non c’era, quand’io son nato?
… E poi ridere fragorosamente
tra le chiappe del Non senso…

e in cambio di Tutto questo:
che, la conquista della posizione eretta, sia eterna
come eterno sarà il mio amore per l’inventore della Vita…
e del Nulla.


___



Di quando, avevi Paura
del venditore di palloncini.
Dei sogni su Tuo padre
del disperato bisogno di Tua madre

Di quando ritagliavi immagini
di Sereno

Nessuno ha compreso
la tua disperazione
quando picchiavi il cuore sui tamburi.

E una notte, col viso contro la pioggia
ti sei Cercato:
quanto alito altrui ancora
sarai Costretto ad ingoiare
per non smettere di respirare?

E quante notti ancora
su un foglio di carta
col dubbio atroce d’essere
dalla parte sbagliata della penna?

Raccontami di te


___



In autunno rimpiangevamo il mare
il bagno a mezzanotte
e accennavamo gli accordi di No woman no cry

La monetina rimaneva sempre in piedi
in quell’attico seminterrato dove
non c’era possibile fare a testa o croce.

Le nostre interminabili discussioni sul dèjà-vu

A te eccitava spegnere i fari di notte…
e poi hai dato via il tuo piffero
per l’Inghilterra. Ricordi?

Non siamo riusciti mai
a travestirci da ruscello

La notte, poi, trattenevamo il respiro
per ascoltare i gemiti della luna
… e a Natale, da Maria, abbiamo fatto

cinquemilalire d’amore.

Ricordi


___



Quando la finzione, diventa obbligo
Quando la complicità passiva
mi rende sostegno delle canaglie
Quando il vittimismo è necessario
per l’assoluzione

Quando, dopo un’ostinata ricerca
finalmente la verità
la baratto per il quieto vivere

Quando, vengono meno le forze
per resistere al peso di questa
immensa croce

Quando la fantasia, pericolosamente
diventa il rifugio delle responsabilità

Quando, l’incertezza è

l’unica certezza
che ti strugge.

Mi salterei addosso



___



Quante volte penso a cosa sarei stato
se non ci fossi.
Non ho imparato la tabellina ed ho sempre
mentito gli atti impuri in confessione.
Stringo i pugni per vincerti, ma è una lotta
impari.
Prima che io soccomba a te, sappi
che non riuscirai mai a persuadermi
che Giunone avesse le palle.

Non so chi di noi due ha più bisogno
di assentarsi per trecento anni
e tornare bagnato fradicio
prima di cena.

Maledetto, ipocondriaco, beffardo
e inimbrigliabile anti-me:
mi procrastini l’agire; sento il tuo fiato
nelle tempie.

La clessidra è spietata.
Sono nel collo dell’imbuto
e, intanto… ti respiro sul collo

figlio di puttana!

Io e te



___



Quando l’onda ti travolge
sei solo
Raccogli le forze, anche se
ti è difficile
Al ritorno esulteranno tutti
coloro che t’hanno abbandonato
ma non farti coinvolgere stavolta
e, soprattutto, ricorda che
nessuno –quasi- merita la tua lealtà.

Nel collo dell’imbuto



___



Giù
e giù ancora
E poi, ancora…
sempre più giù

Dove gl’interrogativi
ti sfondano lo stomaco
Dove la coscienza, è allo scoperto

Giù
dove ti sei davanti
e non puoi barare
Solo! Senza alibi
e con l’illusione che
tutto ciò che hai lasciato su
non è affar tuo…

E ti metti a danzare
con l’universo.

Apnea


___



Fuori

dentro la notte

a trasgredire

con la solitudine…

L’unica

che

ti fa

sentire

unico!

Solo


___



Ti dubito, pubblicamente!
Perché, ti arroghi da sempre
soltanto il merito del bene.
Perché, il giusto è un esercizio
che pratichi con poca sovenza.
Ti sconfesso, impavido all’accusa
d’ereticità e all’ira della bigotteria.

Sei tu in discussione, adesso
Tu, creatore dello zero assoluto.
E al rogo le cartacce su di te
sanno di turlupìnio.

E se, al dodicesimo minuto
non sarò fulminato…?

Blasfemo



___



Scrivere, evitando d’intrappolare
tra le rime di una noiosa poesia,
che cosa?
Le urla soffocate nel petto?
O il gerundiare senza verbo?

E parlami, adesso
ho voglia di ballar con te
sotto le stelle.

E poi scrivere
che la causa dello sparger male
l’inchiostro sul foglio è data
dall’impossibilità di socializzare
le perversioni.

Lo so, scrivere di come guidi male
non importa alla gente del Laos.
Ma è anche inutile
scrivere del tempo che passa
a cavallo della finzione
o dell’amaro in bocca
di una sconfitta voluta.

E allora, cosa scrivere?
Del continuo cercare…
aspettando in eterno
la creazione dell’ottavo giorno?

Ti prego. Dammi una battaglia
che valga la pena combattere
e sarò in prima linea
dall’altra parte del benpensare
a riprendermi gli orgasmi mancati.

E se, ieri sarà un anno trisestile
voglio che, nella lista della spesa
ci sia almeno un etto di sereno.

Self-defenge


___



Trent’anni or sono

Sotto le mura del vecchio paese, giusto ai piedi della Mesola, in questa notte che trafigge l’anima, s’intravede appena, avvolto da una nebbia incresciosa, il campanile del purgatorio: lugubre, spaventoso, abbandonato.

La luna, oramai rassegnata all’impotenza di filtrare attraverso questa barriera caliginosa, sembra allontanarsi quasi spaventata.
Ma lo sguardo, che prima non osava, ora va oltre…
Ed ecco, le Conghe.

Di giorno, quando son popolate dalle cosche degli ubriaconi, dalle pecore e dai padroni delle cantine, sono tutt’altra cosa: allegre, ridanciane…

Ma, in questa notte di morte, sembrano enormi tombe d’ombre nel cui mezzo si percepisce appena un fievole alone…
So che è una lampadina, ma preferisco immaginare un cero che sta per spegnersi… e che, tra un po’, oscurerà i tempi.

Ora sono pervaso da un tragico misto di paura e tristezza…
Tuttavia, non scappo.

Trasalgo. La gola occlusa da un solo fortissimo colpo…
poi, il cuore si ferma.
Non so per quanto tempo sono morto.

Una voce lontana, non parla, grida: Eeeoo…! Eeeoo…!
Poi un altro, fortissimo… e ancora uno… poi ancora…
Adesso, meno forti, i colpi…
Il cuore riprende a battere.

La voce, adesso, sembra lontanissima…
Si allontana sempre più…

E’ lontana trent’anni.


___



Correre insieme
fino a guardare il tramonto
dalla collina di Rio

… Stai venendo su bene.

Parlami dei tuoi sogni
dimmi se sono uguali a i miei?
Dimmi se, tutto quel che resta
annoia anche te?

… Come mi somigli.

Resta ancora un po’ Bambino
Ho tanta voglia ancora
di perdermi nel tuo sorriso.

…Se, solo tu sapessi
com’è difficile il mio mestiere.

La mia prima estensione


___



Nobile cavaliere del post-entropia
sceso di sella a disporre il passato.

Rovine dappertutto:
un cumulo di robaccia alla rinfusa
i miei sogni uccisi per terra

e più in là… il mio cielo
calpestato nella pozzanghera.

Perdonami, se ti rubo sempre
un po’ di lenzuolo.

Sogno


___



OdDio, fermati!
Non è giusto il tuo arbitrio
a sorprendere chi, quand’ancora
non merita l’ultimo premio;

come non è giusto il tuo rimanere
eternamente viva.

Lady Black


___



Vivere non è
rendere impossibile
la fuga della nostra ombra,
ma renderla felice
il tempo che ci segue


___



Tra le gambe
e sulle pagine dell’inferno, Tu
scompigliata dal terrore: “Forse,
è così che si muore?”

Un’angoscia virile, la mia: “O si nasce?”

Nessun visibilio, solo…
non avevi più tredici anni…
e del sangue sulla Divina Commedia.

Primordi


___



Spesso
l’unione di due solitudini

come risultato
una doppia solitudine per due


___



Ti darei cinque coltellate nei ginocchi
quando non ridi delle mie barzellette

Ti lapiderei la clavicola
quando manchi d’iniziativa

Ti imbottiglierei le ascelle
quando fingi

Ti incassetterei i diti
quando non interpreti i miei silenzi

Ti scotterei i talloni
quando perdi la dolcezza

Ti affocherei i gomiti
quando perdi la grazia

Ti fiocinerei le narici
quando non rispondi

Ti ingroviererei i polsi
quando tabuici la fantasia

Ti morderei i bicipiti
quando dici, è tardi

Ti piagherei ambedue gli stinchi
quando dici di non averne abbastanza di me

e poi… Ti piglierei altre mille volte

e poi, ancora…

Angelo valsesiano


___



Scomprimere le latenze
al di là, di questo reale
renderebbe nullo il proibito.

Non siamo grandi abbastanza
da abbattere il muro di gomma
ci brandelleremmo dentro…

E continuiamo ad accondiscendere
l’immaginario collettivo
conficcando le unghia nel vuoto.

Taboo


___



Aiutami a scavalcare
questa nebbia
prima che il buio
ci metta l’abito nuovo.

La cima è distante
un lontano e mezzo;

se chiudi un po’ gli occhi
potrai toccare i miei pensieri…

e ti porterò tra le virgolette.

Help


___



E se, all’improvviso
finisse il calvario?

E tutte queste serpi si disciogliessero
trasformandosi in splendidi fiori?

Te li donerei, e faremmo l’amore
fino al giorno dopo domani.

Chiodo fisso


___



Come non potrei impedirti
di far man bassa di me?
Sai di sesso!

E, per non intristirti
ti porterei a passeggiar nudi
in una bottiglia di vetro di Murano.

Non mi hanno ancora vinto!
E alla fine del cielo…
chiamerei mille pittori

a continuar l’azzurro.

Sensation


___



Urlare in piena notte
nei vicoli della noia…

Tu sai che, il rogo di Yellowstone
è stato a fin di vita

Guardami. Tremo da mille anni
e non abbassare gli occhi

Il mio digiuno, in cambio delle tue caviglie
e un po’ d’indecenza
fino all’estinzione del buio.

Guardami


___



Il mio disperato tentativo
d’imprigionarti in una penna
e le notti insonni all’idea di perderti.

Ti voglio bene, anche se
non tiri giù la lampo
Però, non ho più fiato
per chiederti aiuto…
e prendo a pugni il vento.

Ascolta, fuori piove…
lascia ch’io goda del tuo abbandono.

Ascolta


___



Tutto il mio mancato
è in te
E’ immenso, quello che sei!

Ho paura che i miei errori
solchino il tuo viso…

e penso a quando ti dirò Ti amo
nel sogno più bello
e sorridere di un tuo sorriso vero!

Luogo incomune


___



Le nostre orme
prontamente cancellate
nella battigia
e una musica dolcissima
complice di questo planare
a fil d’acqua…

Preferisco ingoiare
questo mare
che schiudere gli occhi

E anche se stupenda
questa notte, m’impedisce…

Vedi quei lampioni, lì, infondo?
Mi fanno sognare

Facciamoci il giro delle galassie
prima di rincasare
Non ho fame. Ho solo voglia
di piangere fra le tue braccia

Dai. Non sono triste
Andiamo a prendere quella stella
e non preoccuparti
se faremo l’alba.

Semplicemente


___


Chi non ha ancora commesso reato, ad essere innocente non è autorizzato.


Pensierini-bis

Signore e signori
E’ con grande soddisfazione
ed assoluta certezza e, quindi
senza alcun tema di smentita
che posso asserire… forse

che, la costruzione dei grandi appetiti
è fondata sull’idolatria del nientismo!
E tutto si metamorfosò.

Ma se tutto e il contrario
sono, allo stesso modo opinabili…
Com’è difficile la costruzione
degli uomini.

Non ci saranno mai ciambelle
intorno a tutti quei buchi.

E allora: o deglutisci i mariti
delle rane, o tenti un’altra musica
con le mogli degli spartiti.

E dopo aver allungo penato
ti braccano un glande travestito
da capopopolo.
Il problema è sperare che
non occorra un’altra glaciazione
per estinguere i dinosauri.

E voi mettetevi pure le dita nel naso
aspettando, ai vespri, il panino dall’arciprete
tanto, l’ordine di sparare, non arriva prima
della mezzanotte.

E io, imprigionato tra
il palesare il dissenso
il mollo tutto e la paura
di retroattivare l’introversione…

Eppoi, un grande dubbio
mi assalirà, prima, durante e dopo la ritirata:
attraversare il cammelliere a piedi
o sposare il deserto?

(Vedi l’opinabilità del contrario di tutto).

Per fortuna, a tutto
c’è una ragione,
se tutto ragiona;
anche se la ragione è un’immunodeficienza
stentatamente acquisibile.

Cosa e per quanto possiede, un uomo?

La messa al bando dei
monitoratori delle eccezioni
è un improperio al pensiero libero!

Crescere è, anche, desloganizzarsi.

Com’è certo che i per sempre e i mai
non sono mai per sempre, Io non darò mai
i miei due fustini, in cambio di un fucile
contro Sarajevo.

Io continuerò ad andare in punta di piedi
fino alla fine del secondo millennio e poi…
voglio posare le gote sul tuo ventre
in trincea.

E visto che la tendenza è
anacronisticizzare la meridionalità
babelizzare il pianeta accanto
involgarirebbe meno la tendenza medesima…
O forse, è solo una questione di centimetri?
Scompaginami, o finirò per astrattirmi;
e nessuno crederà che un divieto di sosta
mi ha sorriso.

E alla fine, la verità è
che occorre scolarizzare anche il silenzio
rischiando l’implosione, perché
l’irrigidimento gluteale non è abbastanza
per opporsi alla vivisezione dell’apparire.

In altre parole: resta più facile Camminarsi Contro,
che Circolarsi Dentro.

E così, tutto si complica
tanto da rendere inapplicabile
l’opinabilità del contrario di Niente!


___



Non sarai più rimesso
assieme
e ti cercherai dappertutto
fintanto che tutto
ti cercherà…
e tu sarai l’universo

dopo che ti sarai
decomposto.



Nunzio Tria

1 commento:

Anonimo ha detto...

questa parte della trilogia mi mancava...e devo ammettere che "prende" questo tuo modo di lasciarti intuire...non nascondo che più di qualche verso lo porterei con me sul mio blog e me lo rileggerei fino...al giorno dopo domani! complimenti anche per questo

Angela Greco